Melandri, presidente del MAXXI (Roma), percepirà lo stipendio. Un anno fa disse che lo avrebbe fatto "totalmente gratuitamente". Storie di ordinaria (italiana) tristezza.
E' proprio così. L'ex titolare del Ministero per i Beni e le Attività Culturali pareva persona assennata e di buon giudizio, ma non è così. Già la sua nomina, come Gian Antonio Stella (Corriere della Sera) sottolinea in un suo recentissimo articolo che qui commentiamo, era stata accompagnata da polemiche molto pesanti che definivano la nomina come inopportuna. L'ex Ministro in sostanza transitava da una poltrona di senatrice a quella del MAXXI, dopo 5 legislature e l'allora prossimo limite di 15 anni in parlamento, regola statutaria del PD. Ma lei rispose opponendo un responsabile "spirito di servizio" e proclamando, è il caso di dirlo, che avrebbe lavorato gratis.
Ebbene, dopo un anno le cose sono cambiate. Con un magistrale tuffo carpiato con avvitamento all'indietro, la Presidente del MAXXI Giovanna Melandri ha convocato un cda che ha come ordine del giorno proprio il compenso del presidente. Praticamente si batte cassa.
G. A. Stella, giustamente, precisa che è naturale che il manager di un museo importante percepisca un adeguato stipendio, ma, aggiunge, che dovrebbe essere scelto tra professionisti qualificati. E lontano da sospetti di lottizzazione politica, aggiungiamo noi. Tra i requisiti ci piacerebbe anche che ci fosse la coerenza o quanto meno che il presidente di uno dei musei più importanti d'Italia non fosse un bugiardo.
Perchè se uno dice una cosa e poi fa il suo contrario è un bugiardo.